Un navigatore per due
L’amore è una cosa meravigliosa, la vita a due un percorso ad ostacoli, soprattutto quando ci si trova a viaggiare insieme sotto la guida di un navigatore. Infatti, promettersi amore eterno a parole è una cosa, superare inevitabili tensioni e momenti critici è tutto un altro paio di maniche.
Momenti di tensione
Viaggiare in automobile costituisce uno dei momenti della vita di coppia in cui più si mette alla prova la solidità del rapporto, in particolare quando si tratta di scegliere la strada da prendere per viaggiare fino alla destinazione scelta. Per pura necessità narrativa, qui assumiamo che alla guida ci sia un maschio e, seduta al suo fianco, una signora con lui coniugata, senza alcun pregiudizio nei confronti di coppie diversamente composte. Probabilmente, infatti, signore che guidano, unioni di fatto e coppie dello stesso genere sperimentano le stesse difficoltà.
Quando c’erano soltanto le carte geografiche stradali, trovare la via giusta non era un problema banale. Prima ancora di partire, occorreva discutere quale fosse il percorso ottimale, quale avesse meno traffico, dove si trovavano i distributori di benzina o i migliori panini per un momento di ristoro. Raramente i due erano d’accordo, le occasioni per litigare non mancavano mai, si partiva e gli animi si riscaldavano particolarmente al momento di percorrere alcuni incroci. Lui chiedeva a lei: “Dove vado?” con lo stesso sguardo sperduto con cui abitualmente le chiede: “Dove hai messo i miei calzini?”
Arriva il navigatore
Poi sono arrivati i navigatori, è arrivato Google Maps e le signore hanno pensato che i loro problemi fossero definitivamente risolti. Infatti, per un po’ si sono illuse che la voce del navigatore avrebbe sostituito la loro suggerendo l’itinerario prima ancora che lui aprisse bocca per chiedere: “Dove vado?”. Purtroppo si sono sbagliate.
La voce del navigatore, sempre femminile e suadente, sembrava fatta apposta per tranquillizzare il maschio meglio di quanto avrebbe potuto fare qualunque moglie. Quest’ultima, illusa, sognava di potersi godere il viaggio indisturbata, pensando ai casi suoi. Invece no: le signore trascuravano il fatto che l’individuo maschile, per prima cosa, ha grosse difficoltà a fare più cose nel stesso momento. Guidare guardando la strada e contemporaneamente buttare un occhio al navigatore ascoltandone la voce, magari anche facendo girare qualche rotella, è troppa roba per un maschio.
In secondo luogo, a differenza di quella della moglie, la voce suadente non può essere contraddetta, non si può fare polemica con lei, né imprecare che le istruzioni ricevute non sono chiare. Oddio, imprecare si può, ma senza replica non c’è soddisfazione. Vuoi mettere rispetto ad una bella discussione con la propria compagna di vita?
Un navigatore non basta mai
Che succede allora? Il maschio mette in campo varie strategie per vivacizzare i rapporti con la moglie e con la voce. Per prima cosa chiede alla signora di impostare l’itinerario sul navigatore, tanto si sa che lui, appena salito in auto, non vede l’ora di girare la chiave e schiacciare il pedale dell’acceleratore, mica ha tempo per scrivere.
Poi comincia a dubitare delle istruzioni ricevute facendo il contrario, così tanto per provare e per avere la scusa di chiedere alla moglie di controllare lo stesso itinerario su un altro dispositivo. Così arriva presto il momento del fatidico: “Che cosa dice Google Maps?”. A questo punto, alla signora che sperava di rilassarsi tocca prendere lo smartphone e ricominciare da capo.
Ad ogni deviazione diventa per lei obbligatorio non solo ripetere le istruzioni della voce suadente con tono ogni volta più acido, ma anche controllare che cosa dice Google, interpolare i diversi percorsi e contemporaneamente guardare i segnali stradali. L’autista, infatti, non riesce ad ascoltare e guardare nello stesso momento: è un maschio.
In ogni caso, quella che non manca mai ad ogni svolta è la domanda: “Dove vado?”. La signora si chiede tra sé come faccia lui a viaggiare quando lei non c’è, ma preferisce non darsi una risposta. Piuttosto alza gli occhi al cielo ed invoca pazienza.
A volte in auto le voci si moltiplicano insieme al numero di schermi consultati, a volte perfino in lingue diverse. L’unica cosa certa è che alla fine prevalgono le voci irritate dei due litiganti, fino a quando, raggiunta la destinazione, cala un assordante silenzio.