Un sacco di parolacce

Download, account, link o tweet: i computer e gli umani che li circondano parlano una lingua strana e sembrano compiacersi nel vedere l’effetto che fa. Eppure, quando si riesce a decifrare vocaboli solo all’apparenza così complessi, l’informatica diventa amica e spesso divertente. Questo libro serve proprio a questo: a rompere la cortina fumogena delle parole incomprensibili e scoprire le logiche dei computer in modo semplice. Attraverso esempi e osservazione sulla vita quotidiana, l’autrice svela che, in fondo, un algoritmo non è molto diverso dalla ricetta della torta di mele e l’account funziona proprio come la tessera del supermercato. Potete leggere tutto di fila dalla definizione di computer fino all’internet delle cose, passando per le caratteristiche del web e i tic dei social media, oppure divertirvi spizzicando qua e là fra tag, post, pixel e captcha. Così la prossima volta che sentirete: “Aprite il browser”, non vi metterete più le mani nei capelli, ma inizierete serenamente a navigare in Internet.

Il nuovo libro di Giovanna Giordano sarà presentato il giorno venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 18 presso il ristorante Duae in via Sacchi 36 a Torino.

Smart come mia nonna

Smartphone, smart TV, smartwatch: oggi siamo attorniati da oggetti che fanno molto di più del loro analogo meno intelligente. Abbiamo smart card, smart box, perfino le droghe e le bombe sono diventate furbe (faranno meno male?). D’altra parte viviamo, o vorremmo vivere, in una smart city progettata con smart design, no? Che cosa vuol dire?

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Tuffi dalla piattaforma

La parola “piattaforma” viene spesso citata, leggendo o parlando di computer, a proposito di qualcosa di non ben definito ed utilizzato per costruire qualcos’altro. Tipicamente si sente dire: “Questo sito è realizzato su piattaforma Pippo”, oppure si apprende che il sistema di un’azienda è tutto basato su piattaforma Pluto, o ancora che si può usare un programma con la piattaforma Paperino.

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Il driver non e’ un autista

Durante i favolosi anni Settanta anche chi non conosceva l’inglese scoprì d’un tratto il significato della parola “driver” attraverso le forti ed indimenticabili scene interpretate da Robert De Niro e Jodie Foster in “Taxi Driver” di Scorsese. In tempi molto più recenti abbiamo imparato che tassista è una persona che guida un regolare taxi con regolare licenza regolarmente rilasciata incassando contanti dalle persone trasportate, mentre “driver” è qualcuno che ogni tanto dà un reale passaggio a qualcun altro incontrato in un luogo virtuale che si chiama Uber in cambio di denaro virtualmente scambiato su un’altra piattaforma virtuale che si chiama Paypal.

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