Così lontani, così vicini
Le telecomunicazioni hanno avvicinato persone e paesi lontani, così, un po’ per volta, i nostri modi di comunicare sono cambiati anche quando siamo vicini. Proviamo qui a ripercorrere un po’ di storia dei sistemi che hanno cambiato la nostra vita di tutti i giorni.
Arriva il telefono
Un tempo chi andava in paesi lontani, vuoi per necessità vuoi per piacere o per spirito di avventura, perdeva i contatti con il luogo di origine, affidando a rare missive l’unico legame con gli affetti rimasti a casa. Il telefono ha unito molte zone del pianeta, avvicinando persone che si trovavano in posti lontani.
Tuttavia, per chi viveva oltreoceano i costi delle chiamate internazionali erano (e sono ancora!) molto alti, così ci si limitava a poche parole scambiate durante le grandi occasioni. Per il resto c’erano le lettere scritte a mano ed affidate al sistema postale tradizionale. Succedeva così che, se una dichiarava per scritto di avere il raffreddore, si sentiva chiedere se era guarita circa un mese dopo, quando ormai se ne era completamente dimenticata.
La mail fa sentire meno lontani
La posta elettronica ha contribuito ad avvicinare le persone lontane soprattutto perché ha reso molto più veloce la comunicazione. Può essere che stamattina io ti scriva e subito dopo tu mi risponda. L’email ha permesso anche di scambiarsi molto facilmente documenti e fotografie, oltre che diventare molto più efficienti diffondendo le stesse comunicazioni a più persone contemporaneamente.
Infatti, a parte la possibilità di inviare una mail ad una lista di destinatari, abbiamo scoperto che potevamo usare a manetta il “copia e incolla”. Ci sentivamo quasi in colpa le prime volte che inviavamo lettere quasi uguali alla mamma, alla sorella e alla cugina, cambiando soltanto l’intestazione e poche righe personalizzate.
Con le chat chiacchiere a volontà
Intanto, sono comparse le chat, ambienti dove ci si possono scambiare messaggi in modo molto semplice ed immediato. Sono nate sui computer, ma si sono diffuse in ogni angolo del pianeta quando sono saltate a bordo degli smartphone. Così oggi esiste un regno di chat di tutti i tipi – WhatsApp è la regina – per scambiarsi continuamente commenti, fotografie, posizioni, barzellette e indirizzi reali o virtuali.
Si può comunicare contemporaneamente con intere comunità di individui lontani tra di loro bombardando decine di persone con i saluti mattutini o le barzellette della sera. Si possono diffondere inviti o promuovere cause umanitarie con un solo clic. Oppure si può stare seduti in perfetto silenzio di fianco al compagno della vita mentre con lo smartphone si partecipa a discussioni sfrenate su ogni argomento.
E infine le videochiamate
Intanto sono arrivate le chiamate via Internet, così si può telefonare lontano senza spendere un patrimonio, addirittura si possono fare videochiamate. Le prime sono arrivate con Skype, il sistema che ha costretto ogni studente Erasmus a mettere in ordine la propria stanza prima di parlare con la mamma a molti chilometri di distanza. Le famiglie hanno cominciato a riunirsi attorno al focolare del PC per chiamare il parente lontano ed alcuni bambini hanno creduto che i nonni esistessero per lo più dietro uno schermo.
La pandemia ha fatto il resto. In brevissimo tempo, anche chi era meno propenso ad usare i dispositivi digitali si è trovato a spegnere candeline o brindare davanti a uno schermo. La scuola si è trasferita in massa sui sistemi di videoconferenza, così perfino i professori di greco antico sono stati catapultati su Zoom, Meet, Teams o GoToMeeting. Le riunioni di lavoro, i convegni e gli scambi di opinioni sono passati attraverso microfoni e telecamere.
Tutti siamo diventati bravi a sfocare o cambiare lo sfondo per non far vedere il disordine dietro di noi. Confinati in casa, abbiamo perfino imparato a renderci presentabili dalla vita in su, mentre cercavamo di sentirci tutti meno soli.
Vicini o lontani?
Gli strumenti per comunicare meglio con chi è lontano hanno cambiato anche il modo di interagire quando siamo vicini. Infatti, non riusciamo più a fare a meno di uno schermo nemmeno per parlare con chi sta accanto a noi. Se un tempo tiravamo fuori dal portafoglio la fotografia della nipotina per mostrarla agli amici, oggi sullo smartphone mostriamo alla nipotina tutte le fotografie dei viaggi con gli amici.
Oppure mandiamo mail al vicino di scrivania. Sul lavoro, ci si sente giustificati dal fatto che bisogna tenere traccia di quello che si fa, oppure far sapere al capo che certi ordini sono stati eseguiti. Anche nella vita quotidiana non chiediamo quasi più il nome di un ristorante ma riceviamo il link di Google Maps o di TripAdvisor. Non diamo l’indirizzo di un negozio o di un idraulico, ma inviamo la url del sito, magari accompagnata da una foto scattata proprio lì.
Possiamo scambiare in tempo reale confidenze molto intime con amici lontani che vivono dall’altra parte del pianeta, oppure agire da perfetti sconosciuti con il vicino di casa, del quale non conosciamo neppure l’indirizzo email.
Per fortuna restano cose che hanno senso solo se si sta nella stessa stanza…