Compagno di vita

Al  proprio compagno di vita qualcuna resta sempre fedele, mentre qualcuna vola di fiore in fiore. Io sono più vicina alle prime, senza dubbio.

Prima di questo compagno di vita

Certo, ci sono stati altri prima del mio attuale compagno di vita e tutti sono stati importanti, perché mi piace coltivare relazioni stabili e profonde. Ho sempre scelto con cura elementi di prima qualità con i quali impostare progetti di vita comune. Infatti, sono un essere affidabile io e cerco un compagno di vita che lo sia altrettanto.

Negli ultimi anni ho avuto uno che era un gioiello della miniaturizzazione nel formato 4:3 ed aveva la custodia in vera pelle. Poi c’è stato il mitico Vaio, nato quando la Sony aveva deciso di produrre computer di alta qualità, ora scomparsi. Li ho ancora entrambi in magazzino, ogni tanto vado a guardarli con affetto e li accarezzo pensando a dolcezze lontane nel tempo.

Ora ho un compagno rapido come un fulmine e leggero come una piuma, che viaggia sempre con me restando a stretto contatto con la mia schiena. Ha la keyboard illuminata e il touchscreen, Windows sempre aggiornato e Office nell’ultima versione

Qualche scappatella

Certo, nel tempo qualche scappatella c’è stata, ma si è trattato di cose senza importanza. C’era anche stata quella relazione stabile con un Mac, un colpo di fulmine senza precedenti: mi ero innamorata davvero. Avevo cercato scuse – “non voglio rifugiarmi nell’abitudine” -, ma in verità avevo preso una bella cotta e, ancora oggi che la storia è finita, lo ripenso con un leggero fremito.

Eppure anche in quel caso non l’avevo abbandonato, anzi continuavo a considerarlo come il mio vero compagno, tutti gli progetti duraturi erano per lui, con lui vivevo il mio tempo significativo e con lui volevo invecchiare.

Il compagno di vita e la fedeltà

Insomma, se si tratta di cambiare vestito o colore dei capelli non mi faccio molti scrupoli, ma con il mio compagno di vita prediligo la stabilità, l’affidabilità, il dolce sapore dell’abitudine che parte dal suo desktop che mi piace tenere sempre pulito.

Mi piace la confidenza nel ritrovarlo ogni momento disponibile e disposto a fare quello che mi serve o che mi piace. Io conosco ogni suo dettaglio, ogni sua intimità: posso stare con lui al buio, a occhi chiusi, lo riconosco al tatto, conosco i suoi difetti, come quel tasto ribelle che ogni tanto si incaponisce e non risponde. Riconosco i suoi rumori e, se qualche volta fa fatica a mettersi in pista, lo capisco al volo, lo coccolo un po’, lo ripulisco e insieme ripartiamo.

Tra di noi ci sono stati momenti brutti, di litigio o di paura, come quando lui si impunta su qualcosa, io non voglio dargliela vinta e iniziamo un “tira e molla” fatto di bronci o di piccoli dispetti, finché ognuno dei due si rilassa un po’ e il cielo si rasserena di nuovo. Eppure, nei rapporti occasionali con altri, mi sento goffa e il fascino dello sconosciuto non mi dà brividi paragonabili alla dolce consuetudine che ho con lui.

Nel tempo ho cercato di mantenerlo sempre pulito e aggiornato. Non gli ho mai imposto un mouse: abbiamo contatto diretto noi due e adoro accarezzare la sua tavoletta! Ho evitato accessori inutili, ma non ho badato a spese nel comprargli tutti i software che ci servono per stare bene insieme.

La paura dell’abbandono

Non ho paura di perderlo perché, se manca lui, perdo tutti i miei riferimenti: i miei dati sono salvati nel cloud e li posso recuperare come voglio. È proprio a lui che sono affezionata, ai suoi 13,3″ di una chiarezza senza eguali nonostante l’età, alla sua superficie liscia ma non troppo, alla sua leggerezza che me lo fa trasportare senza appesantire il pensiero.

Man mano che il tempo passa, so che a un certo punto dovrò separarmi da lui, è inevitabile, così va il mondo. Scaccio questo pensiero come una mosca noiosa, lo guardo con affetto e gli ripeto che noi due siamo una forza che nulla deve temere, ma intanto mi sorprendo a guardare di sottecchi qualche giovanotto con processore ultraveloce.