Amarcord
Proviamo a fare un po’ di “amarcord” dei primi siti web. Riusciremmo ancora ad immaginare la vita senza Internet? Difficile, addirittura impossibile per chi è cresciuto in un mondo connesso. Eppure è molto recente tutto questo bendidio che ci fa restare con gli occhi incollati ad un piccolo schermo anche quando camminiamo, con il serio rischio di sbattere contro un altro essere umano ugualmente immerso nella ragnatela.
Ecco alcune azioni quotidiane che abbiamo quasi dimenticato: ascoltare le ultime notizie al telegiornale della sera, leggere gli orari del treno su un apposito libretto (servivano competenze non da poco per decifrarlo!) per poi comprare i biglietti in agenzia, tenere in tasca una o più mappe, cercare una cabina telefonica per avvertire di un ritardo, consultare la guida telefonica, quella stessa dove i bambini imparavano l’ordine alfabetico.
Non vogliamo certo farci prendere dalla nostalgia (di che cosa, poi?), ma piuttosto ricordare con tenerezza i primi siti web che apparvero sulla scena dando inizio ad un nuovo stile di vita. In Italia i pionieri lanciarono i loro siti alla fine del 1996. Pensate che quello della Fiat riportava in Home Page un alberello di Natale che oggi non disegnerebbe neanche una bambina avvezza ai videogame.
Alla fine degli anni Novanta anche le banche debuttarono sul web. Guardate qua: altro che bonifici online, F24 e gestione dei titoli con un clic!
La Stampa uscì anch’essa a fine 1996 con una testata e un elenco di titoli cliccabili che rimandavano alle notizie. Altri giornali italiani avevano i loro primi siti web, ma oggi chi leggerebbe online testate come queste?
Forse solo la pagina di Google è rimasta quasi immutata nel tempo a preservare la sua essenzialità fatta di tutto arrosto e niente fumo.
Per il resto, oggi chi si riconosce in un Facebook fatto così?
Dove si trovano questi ricordi? Come ogni cosa che si rispetti, anche il mondo Internet ha costruito il proprio archivio fatto di istantanee di siti raccolti nel tempo. Si chiama Wayback Machine, una vera e propria macchina del tempo che ci può far scoprire la storia dei nostri siti preferiti. Fateci un giro e vi divertirete. Magari donate anche qualche dollaro, visto che si tratta di un progetto no-profit di conservazione della nostra identità digitale.